Predicazione di domenica 22 ottobre 2017


Predicazione tenuta dal pastore Peter Ciaccio sul testo di Marco 1, 32-39, durante il culto di domenica 22 ottobre 2017 presso la nostra chiesa.

Poi, fattosi sera, quando il sole fu tramontato, gli condussero tutti i malati e gli indemoniati; tutta la città era radunata alla porta. Egli ne guarì molti che soffrivano di diverse malattie, e scacciò molti demòni e non permetteva loro di parlare, perché lo conoscevano.
Poi, la mattina, mentre era ancora notte, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo deserto; e là pregava. Simone e quelli che erano con lui si misero a cercarlo; e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano». Ed egli disse loro: «Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e cacciando demòni.

«Tutti ti cercano». «Andiamo altrove».

Oggi mi piacerebbe che riflettessimo su questo straordinario scambio di battute tra i discepoli e Gesù. Noi siamo abituati a cercare di farci cercare. Come chiesa, come cristiani, desideriamo che gli altri ci cerchino e ci trovino, che si uniscano a noi, che condividano la fatica e la gioia dell’essere chiesa. Quando non facciamo niente per farci conoscere, quando l’accoglienza è carente, scatta il rimprovero.

Ora, questo testo non ci dice di scappare da chi ci cerca né di snobbare gli altri. Però è interessante.

Anzitutto è interessante quel “tutti”. Tutti cercano Gesù, così dice il testo. Ma è proprio così? Ne siamo sicuri? Oggi non pare e francamente neanche all’epoca sembra che fosse così, visto com’è finita. Le folle che cercano Gesù poi lo avrebbero crocifisso.

Cosa cercano quei “tutti”? Non cercano primariamente Gesù. Lo cercano perché egli guarisce dalle malattie e scaccia i demòni. Eppure Gesù non ritiene questo aspetto il motivo principale del suo ministero. «Andiamo altrove, per i villaggi vicini, affinché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto», dice.

Non per guarire, non per scacciare i demòni, non per fare miracoli: il motivo principale della presenza di Gesù è la predicazione, è la parola, è l’annuncio della grazia e dell’amore di Dio, è l’affermazione della speranza contro speranza. Poi, nel fare questo Gesù compie anche dei segni miracolosi, ma questi sono appunto segni, come il cartello stradale con la freccia: il cartello porta — ad esempio — a Palermo, ma non è Palermo.

Anche oggi vediamo folle in cerca di miracoli, persone sofferenti che si affidano al primo santone di turno, allo pseudoscienziato che promette la cura al cancro a base di limone e bicarbonato, allo stregone che dichiara di poter ridare una vita normale a chi ha una malattia degenerativa, ai vari santuari che promettono guarigioni a chi si bagna nell’acqua miracolosa.

Questi sono i “tutti” di cui parlano i discepoli: sono tutti i sofferenti, accecati dalla sofferenza, annientati dalla sofferenza. Gesù offre loro una diversa guarigione. Gesù offre la dignità dell’essere uguali agli altri davanti al Signore. Gesù offre la speranza vera. Gesù offre quella dignità che i santoni e i venditori di fumo non danno.

Noi non siamo solo portatori di problemi e Gesù non è solo il nostro “problem-solver”, colui che ce li risolve. Noi siamo di più, valiamo di più, e anche Gesù. Noi siamo figlie e figli amati da chi ci ha creati, dal Padre. Tutti noi sappiamo cosa significa, pur con esperienze diverse, essere figli e figlie. Papà non è solo quello che ci risolve i problemi. Papà è colui che ci dà la nostra identità primaria.

L’annuncio di Gesù, che è al centro del suo ministero, dice questo: tu non sei anzitutto un malato, tu non sei anzitutto un povero, tu non sei anzitutto un emarginato, tu non sei anzitutto un immigrato, tu non sei anzitutto un omosessuale. Tu sei anzitutto un figlio, una figlia di Dio. E il Padre tuo che è nei cieli ti vuole bene, ti ama.

Tutti cercano Gesù per la sua utilità. Per carità, è comprensibilissimo e da parte nostra, da parte di chi sta bene, guai se venisse un giudizio negativo di questo bisogno. Ma Gesù non è solo utile. Gesù è colui che compie la perfetta volontà di Dio per noi, che si attua anzitutto nella liberazione, nella dignità, nell’amore.

Ecco perché Gesù va altrove. Non per fuga, non per scappare da chi lo cerca, ma per andare incontro a chi non lo cerca. Perché non siamo noi a cercare Gesù, ma è Lui che cerca noi.

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